Ma dove sta di casa la scuola?
Sta dove si aprono finestre sul mondo, per scoprire affascinanti territori inesplorati;
sta nella passione contagiosa, nello stupore sempre vivo di guide entusiaste della vita e del sapere;
sta in uno sguardo che conforta, una parola che rincuora, un abbraccio che consola;
sta nelle note di una canzone, nei colori di un dipinto, nelle forme geometriche della materia, nell’eleganza di un gesto sportivo;
sta nei versi di una poesia, nelle radici della nostra storia, nei misteri dell’universo;
sta nei luoghi incantevoli del nostro mondo, nelle sabbie calde dei deserti, nel gelido abbraccio delle nevi, nella carezza salmastra delle brezze del mare;
sta dove non ci sono muri, confini, divisioni, conflitti;
sta dove parole e gesti sono pazienti, amabili, sinceri;
sta dove le lingue del mondo risuonano all’unisono in un grande messaggio di unità, di fratellanza e di pace;
sta dove si cammina mano nella mano, con il passo giusto perché tutti giungano alla meta;
sta nel piacere del viaggio, nella condivisione della strada e non nell’ansia del traguardo;
sta nella gioia dell’attesa e nell’emozione dell’incontro;
sta in uno spazio e in un tempo che ci sono dati in dono e che noi abiteremo con i nostri sogni e desideri più veri.
Auguriamoci allora che la scuola, che domani muoverà i suoi primi incerti passi, tra i dubbi, le difficoltà di una pandemia che ancora non ci abbandona, dopo essere stata confinata troppo a lungo tra le pareti delle nostre stanze, trovi casa nei nostri cuori, nei nostri pensieri, nelle nostre parole, nel nostro stare insieme.
Perché “ensemble”, come recita il nuovo motto dei Giochi Olimpici che abbiamo seguito con entusiasmo durante l'estate, possiamo imparare a dare il meglio di noi stessi, per raggiungere traguardi insperati, magnifici orizzonti di bellezza , di gioia e di bene, in questa grande avventura comune che è la vita.